IL MEDIOEVO
Nel Medio Evo i Bizantini riferiscono numerosi punti della patologia della bocca e dei denti.
Paolo d'Egina (settimo secolo d.c.), descrive l'epulide e propone l'eliminazione del tartaro con strupenti appropriati.
Matteo Plateario (1130-1160), in Glossae, sostiene la presenza di vermi nei denti.
Guglielmo da Saliceto (1210-1277), nella sua Opere, propone la chirurgia per la cura dei denti; distingue, nel dolore dentario, "la causa calda e la causa fredda"; propone l'oppio ed il giusquiamo per la terapia.
La medicina araba intorno all'anno 1000 conosce la tecnica dell'otturazione dentaria con mastice ed allume, dispone di un sofisticato strumentario per l’odontologia e pratica il trapianto dentario; tenta anche di togliere la stomatologia agli empirici per farne una disciplina medico - chirurgica.
Avicenna (980-1037), nel Canone, classifica ben quindici tipi di dolore dentario.
Abulcasis (936-1013), in Chirurgia, disegna lo stumentario odontoiatrico e descrive la tecnica per l'avulsione dentaria.
In Francia, nel XIII – XIV secolo gli estrattori di denti erano perseguitati.
Nel 1311 un'Ordinanza ingiungeva ai chirurghi di procurarsi titoli e pratica per l'esercizio della professione di dentista.
Guy de Chauliac (1300-1367), in Chirurgia Magna, acconsente l'avulsione dentaria ai barbieri - chirurghi, ma sotto controllo medico.
Anche la medicina, in senso lato, era priva di regolamentazioni specifiche; Federico II nel 1224 emanò un editto precursore nella penisola italica, che prevedeva: “Ut nullus (medicus) audeat practicare nisi in conventu publice magistrorum Salerni sit comprobatus…”.
Poi, nel 1349, lo Statuto Fiorentino dell’Arte de Medici e degli Speziali, prevedeva che: "Niuno medico nuovo, o fisico o cerusico, possa, debba o presuma esercitare l’arte della medicina o medicare in fisica o in cerusica nella città di Firenze, il quale non sarà contentato, se prima non sarà examinato pè consoli medici…"
Michele Savonarola (1384-1462), scrive di odontoiatria in Practica Maior; tratta di terapia conservativa, in particolare di otturazioni dentarie con mastice e piretro.
Giovanni D'Arcoli detto Arcolanus (1390-1460), nel trattato Chirurgia Pratica (pubblicato postumo a Venezia nel 1483), espone tecniche di otturazione dei denti, previa pulizia della cavità, con oro.
In epoca prerinascimentale, verso il 1450, si diffonde la tecnica dell'otturazione dentaria con foglia d'oro e il cosiddetto Pellicano, complesso ed ingegnoso strumento usato per l'avulsione dentaria.
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