Si intende lo studio degli impianti dentali.
L'implantologia odontostomatologica, è la “TECNICA… PER CUI I DENTI FINTI VENGONO APPLICATI ALLE GENGIVE TRAMITE LAMINE METALLICHE” (Dizionario della Lingua Italiana – Devoto/Oli - 2°ristampa 1996).
Le brevi note informative che seguono non vogliono essere una trattazione tecnica rivolta ad esperti; il linguaggio usa espressioni volutamente semplificate e comprensibili anche per i “non addetti ai lavori”.
La premessa più importante è che l’implantologia è una branca dell’odontostomatologia e va attuata in un programma di riabilitazione della masticazione, quando mancano uno o più denti, andati perduti per le cause più diverse; è quindi più appropriato usare il temine di implantoprotesi.
Un impianto endosseo è una protesi radicolare, cioè una struttura che sostituisce una radice di dente mancante; esso viene inserito con un intervento chirurgico nell’osso della mandibola o della mascella. Ha forma variabile; di cilindretto - filettato o liscio - o di vite - aciculare o spiralata, ma anche di lama o di ago. Più frequentemente lavora come una vite, cioè una "macchina semplice", intendendo "un dispositivo meccanico che cambia l'intensità o la direzione di una forza applicata". Come la ruota, la leva ed il piano inclinato. La finta radice deve poi supportare un finto dente. Deve essere quindi ben fisso nell’osso.
Così una persona, in parte o totalmente priva di denti, può riaverne di artificiali, fissati a radici artificiali.
Come tutte le protesi applicate al corpo umano, anche l’impianto dentale deve raggiungere la FISIOINTEGRAZIONE, cioè la tolleranza nel tempo del presidio medico-chirurgico inserito nell’ organo, rispettando la fisiologia dello stesso.
L’impianto può fallire, cioè divenire mobile e inidoneo a sostenere validamente un dente artificiale, non tanto per rigetto, inteso come risposta del sistema immunitario, quanto per un’incapacità della struttura ossea di sopportare le forze trasmesse dai carichi masticatori provocata da cause diverse: chirurgiche, protesiche, infettive, ignote.
Il successo implantologico è preliminarmente condizionato dal raggiungimento della QUIETE IMPLANTARE, cioè l’immobilità assoluta dell’impianto sin dal momento del suo inserimento nell’osso; tutto questo al fine di consentire all’osso stesso di riparare intorno all’impianto includendolo, accettandolo, integrandolo.
Modernamente questo processo è denominato: OSTEOINTEGRAZIONE, intendendo tutti gli Autori indicare una formazione di nuovo tessuto osseo, talvolta con presenza di tessuto connettivo in percentuali minime e variabili, a seconda della tipologia e del distretto osseo sede di intervento.
Gli impianti sono numerosissimi per forma e dimensioni, ma sono oggi tutti costruiti in titanio, un materiale metallico sperimentalmente molto ben tollerato dall’organismo; sono commercializzati anche impianti in ceramica ed in titanio rivestito di ceramica.
Per posizionare un impianto è naturalmente necessaria la presenza di una discreta quantità d’osso.
La mandibola e la mascella hanno osso differente per quantità e qualità; inoltre l’osso disponibile è diverso da paziente a paziente e, nello stesso paziente, da settore a settore del cavo orale.
L’operatore deve quindi scegliere la forma di impianto che meglio si adatta alle caratteristiche anatomiche della regione in cui il paziente necessita di tale intervento.
Esistono tre metodiche implantologiche:
Gli impianti sono a più componenti. Inseriti nell’osso, sono lasciati a riposo, sepolti, per alcuni mesi in attesa della rigenerazione ossea. Quindi viene avvitata la componente emergente (moncone), che porta la protesi (uno o più denti artificiali).
Gli impianti in titanio, sono monoliti, cioè un pezzo unico. Inseriti nell’osso ottengono una stabilità immediata, perché fissati in profondità all’osso duro (corticale) ed anche saldati tra loro, divenendo idonei a sopportare precocemente il carico della protesi.
L’ impianto non viene inserito nell’osso ma alloggiato tra osso e gengiva.
Diversa è la “Trapiantologia dentale”, che presuppone il reimpianto di un proprio dente o l’inserimento di un dente di altro individuo umano o animale.
Vedi anche l'articolo: "L'unica Implantologia: la polemica"
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